Un primo tempo da sogno chiuso in vantaggio, un inizio ripresa da incubo in cui si è tornati sotto, e un finale generoso e combattuto, da cui poteva discendere il pareggio ed è invece arrivato addirittura il 4-2, a suggellare un divario ingiustificato per una partita bellissima e tutto sommato equilibrata, sotto un diluvio incessante tra due squadre che sul campo sono apparse di livello simile e non marziani contro terrestri come in tante altre delle partite perse male negli ultimi anni. L’Inter così consolida il suo primato e la Roma si fa bastare i nove punti presi nelle tre precedenti partite, consolandosi con la bellissima prestazione del primo tempo e ragionando sugli step che dovranno maturare. Nella partita resta il sigillo indelebile di certe casualità , dal gol iniziale di Acerbi, viziato da un contatto tra Thuram, in fuorigioco, e Rui Patricio sulla linea di porta, che avrebbe potuto indurre Guida a prendere in considerazione il suggerimento arrivato dal Var Mazzoleni (pochissimi sono i casi in cui alla revisione viene confermata l’interpretazione del campo) a quello finale di Bastoni, in una ripartenza cagionata da un errore di Bove con la Roma protesa in avanti alla ricerca del pareggio. In mezzo poca casualità invece per le due reti della Roma, arrivate prima con Mancini su una splendida punizione battuta da Pellegrini e poi con El Shaarawy a sfruttare una ripartenza condotta ancora dal ritrovato capitano, ma anche nelle due reti di Thuram (anche se nella seconda il tocco decisivo pare sia stato di Angeliño nella propria porta), strepitoso a buttarsi in area a raccogliere i suggerimenti sulla fascia di un’Inter che ad inizio ripresa è sembrata strabordante.